Tra le diverse forme dell’intelligenza, una in modo particolare sembra adatta a farci comprendere la natura, l’intensità, la congruenza o l’incongruenza delle nostre emozioni: è quella modalità di pensiero che definiamo humour, intendendo con questo termine non tanto la capacità di mettere in evidenza e stressare il lato bizzarro o grottesco o paradossale delle cose, quanto quella di mostrarci il loro “rovescio”, la verità nascosta, e con essa i significati autentici che la accompagnano e la definiscono.
Espressione apicale del pensiero umoristico è l’ironia, che (rivolta prima di tutto a sé stessi) induce a guardare la realtà da angolazioni diverse da quelle proposte dal senso comune, mostrandone dimensioni altrimenti inattingibili, con l’effetto di rivelare, o far riconoscere, alle persone le loro emozioni — specialmente se emozioni scomode, disturbanti — in modo tale che siano emozioni pensate e non solo esperite senza comprensione.
L’umorismo, dunque, come strategia per una conoscenza delle emozioni che sia anche piacere intellettuale e strategia generativa di cambiamento.
Ingresso libero, fino ad esaurimento posti.