Tre passioni: i suoi tre figli maschi, la scrittura, l’impegno professionale e civile in favore dei minori e delle donne, soprattutto se travolti da patologie sociali e familiari di cui nessun sa prendersi cura. Marida Lombardo Pijola, giornalista, scrittrice, blogger, comincia a lavorare non ancora ventenne nella sua Puglia. Partecipa alla fondazione di una delle prime tv commerciali italiane, Telebari, dove tra l’altro inventa e conduce un telequiz a squadre per i ragazzi delle medie che diventa un cult nelle scuole di tutta la regione.
Per sette anni, da cronista, lavora a “La Gazzetta del Mezzogiorno”, il quotidiano delle sua regione, e quindi a “Il Messaggero”, di cui diventerà una delle firme.
Per quasi trent’anni, da inviato speciale, racconta i retroscena umani e sociali dei principali eventi legati alla politica, alla criminalità organizzata, alla grande cronaca, all’attualità. In seguito, diventata madre, si specializza nelle inchieste sui grandi mutamenti sociali legati alla famiglia, ai rapporti di coppia, ai bambini, agli adolescenti.
Dalle sue rivelazioni di dieci anni fa sulla deriva di bullismo, di sballo, di consumismo, di sessualità precoce, di mercificazione dei corpi femminili che cominciava a travolgere parte di una generazione, nasce il primo libro del 2007, “Ho dodici anni, faccio la cubista, mi chiamano Principessa”, edito da Bompiani, che stamperà 17 edizioni. Seguono il romanzo “L’età indecente” e “Facciamolo a Skuola- storie di quasi bimbi”. La trilogia racconta e documenta lo stesso segnale d’allarme che Marida da circa dieci anni porta in giro nelle scuole, nei convegni, nei talk radiofonici e televisivi: il vuoto nel quale galleggia una generazione a imitazione di un mondo adulto ammalato di apatia interiore, in un contesto di fallimenti familiari, disattenzioni sociali, solitudini, messaggi devastanti, omissioni formative.
Tra i vari riconoscimenti giornalistici e letterari, Lombardo Pijola ha ricevuto una targa da Telefono Azzurro per il suo impegno in favore dei minori.