Dentro la retorica del pessimismo che attraversa le narrazioni del mondo attuale e dei nostri contesti di vita, parole come fiducia, investimento, convivenza e condivisione sembrano perdere di senso. I macrocosmi relazionali rappresentati dalle città che viviamo, dalle comunità che frequentiamo, dai quartieri che attraversiamo si popolano di forze ambivalenti, che non riusciamo a ignorare e che, allo stesso tempo, non sappiamo raccontare con parole diverse. Degrado, disinteresse, impotenza e sfiducia, tuttavia, non sono gli unici modi attraverso cui descrivere i territori e i contesti con cui ogni giorno interagiamo.
Come possiamo immaginare di traguardare il 2030 con prospettive e narrazioni diverse?
Condividere le risorse, valorizzare il bello, riconoscere il positivo sono modi di alimentare la capacità di desiderare, decidere, agire e godere della libertà di scelta, in una costante e coraggiosa scommessa con il futuro.
Attraverso diverse prospettive, questa serata invita gli spettatori a recuperare dati di realtà, storie e interpretazioni nuove, che ci permettano di cogliere il bello e il buono dei luoghi che abitiamo oggi e che costruiremo domani. Alla psicologia, ma non solo, il compito di fare luce sulle emozioni e gli affetti che alimentano rappresentazioni di un futuro diverso, fatto di investimento sui propri contesti di esistenza, relazione e interazione.