Da sempre il viaggio è attraversamento di spazi concreti e contestualmente di spazi simbolici, viaggio nello spazio ma anche viaggio interiore, dentro la realtà vivente delle proprie emozioni. Il viaggio, inoltre, ha sempre prodotto conoscenza, non solo di realtà diverse da quelle già note, ma anche di realtà emotive che solo nel viaggio potevano essere contattate, anche al di là delle nostre intenzioni.
Attraverso la messa in scena teatrale, si esploreranno i temi del bullismo e del cyberbullismo: minacce concreta in una società in cui la dimensione digitale della vita privata, in particolare quella dei più giovani, ha conquistato un ruolo predominante. Al termine della performance teatrale, si aprirà un dibattito sul tema, con la partecipazione attiva dei ragazzi. Seguirà una riflessione e un confronto tra diversi interlocutori, cui sono stati invitati a partecipare liberi professionisti – avvocati ed esperti psicologi - e magistrati.
Cosa significa abitare un territorio? Come avviene e come si tratta l’incontro con l’inatteso entro i propri contesti di riferimento? Cosa succede quando il proprio territorio è disorientato e ferito da un evento critico come il terremoto? Il rapporto tra cittadini e territorio non è regolato unicamente da fattori strutturali del territorio o dall'accessibilità dei servizi, ma anche dai significati condivisi, emozionali e prevalentemente inconsci, con cui i cittadini si rappresentano tanto lo spazio urbano e il tessuto relazionale ivi contenuto, quanto le domande di servizi e le modalità di loro fruizione.
Non a caso “maschio o femmina?" è la prima domanda che i futuri genitori si sentono fare nel momento in cui concepiscono una nuova vita. Da quel momento, ”essere uomini e essere donne” condizionerà ogni nostra azione, idea e relazione, progetto. La serata, vuole proporre un dibattito sulle differenze tra i ruoli, sui significati e le ambiguità delle differenze di genere presenti nella società attuale e sui possibili sviluppi per le giovani generazioni interrogandoci su quanto siamo realmente libere di svilupparci in base alle nostre inclinazioni oppure ancora vincolate da “schemi” agiti e vissuti in termini di mascolinità o femminilità.
In un'epoca ancora relativamente recente, la disgiunzione vero/falso trovava il suo fondamento nell'autorevolezza delle fonti, e sistemi di garanzia istituiti permettevano ai fruitori dell'informazione quanto meno di stimare la loro attendibilità, e dunque il grado di certezza o di verosimiglianza attribuibile a una notizia, a un'opinione, a un'interpretazione. Hanno ancora un senso pragmatico, sono ancora utilizzabili le categorie logiche, semiotiche, politiche, psicosociali di vero/falso, informazione/disinformazione, fatti o eventi vs opinioni, vissuti, interpretazioni?
L’umorismo come strategia per una conoscenza delle emozioni che sia anche piacere intellettuale e strategia generativa di cambiamento. Espressione apicale del pensiero umoristico è l’ironia, che (rivolta prima di tutto a sé stessi) induce a guardare la realtà da angolazioni diverse da quelle proposte dal senso comune, mostrandone dimensioni altrimenti inattingibili, con l’effetto di rivelare, o far riconoscere, alle persone le loro emozioni — specialmente se emozioni scomode, disturbanti — in modo tale che siano emozioni pensate e non solo esperite senza comprensione.